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Brexit ‘potrebbe essere ritardata fino alla fine del 2019

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I dipartimenti di Whitehall non sono pronti ad attivare la procedura dell’articolo 50

Il governo aveva precedentemente affermato che la procedura di cui all’articolo 50 sarebbe stata attivata entro la fine dell’anno 2016.

Secondo quanto si dice i ministri sono impegnati in discussioni sulla necessità di ritardare la procedura prevista dall’articolo 50, il processo formale di lasciare l’Unione Europea potrebbe essere ritardato fino alla fine del 2019 e vedere la Gran Bretagna come membro effettivo dell’Unione sino a quella data.

Secondo fonti ben informate della City di Londra, Theresa May, che vorrebbe innescare il processo di due anni di lasciare l’Unione europea nei primi mesi del 2017, potrebbe soprassedere perché il suo nuovo Brexit ed i dipartimenti commerciali internazionali non sono pronti.

Le elezioni nel continente, comprese quelle in Francia e Germania, consigliano di ritardare l’attivazione dell’articolo 50 del trattato Lisbona.

Alcuni ministri pensano la procedura potrebbe essere attivata  nell’autunno 2017, ma una fonte vicina a due ministri di alto livello ha detto che non hanno neppure le infrastrutture per assumere le persone di cui avranno bisogno: i nuovi dipartimenti di Whitehall deputati a gestire i negoziati Brexit partono da zero.

Non conoscono nemmeno le domande giuste da porre quando finalmente comincerà la contrattazione con l’Europa.

Un portavoce di Downing Street ha detto: “Il Primo Ministro è stato chiaro che una priorità assoluta per questo governo è quello di attuare la decisione del popolo britannico di lasciare l’UE e costruire il successo di Brexit. Il Primo Ministro ha esposto la posizione del governo sull’articolo 50 e ha istituito un nuovo dipartimento dedicato a portare avanti i negoziati.

C’è chi ipotizza che l’ultima cosa che il premier vorrebbe è ritardare l’attivazione del Brexit in quanto teme per la sua rielezione.

Ms May in precedenza ha precisato che lei non farebbe scattare l’articolo 50 alla fine di quest’anno e ha detto che non avvierebbe formalmente il processo di lasciare l’Unione Europea fino a quando non è definito un coerente approccio “UK” per le trattative.

Una volta che il processo è innescato i negoziati devono essere conclusi entro un periodo di due anni e una richiesta di estendere l’accordo richiede la ratifica degli altri 27 Stati membri dell’UE.

“Brexit means Brexit” affermazione emozionale ad effetto. Sta bene ma si comincia a realizzare che la strada dell’uscita dalla Unione Europea è lunga, tortuosa e piena di ostacoli: assomiglia sempre di più ad un tunnel buio di cui non si vede l’inizio e neppure la fine.

 
 

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