Home / Ultime notizie / Regno Unito: l’immigrazione è la chiave per preservare il settore architettonico nel post-Brexit?

Regno Unito: l’immigrazione è la chiave per preservare il settore architettonico nel post-Brexit?

Il Royal Institute for British Architects (RIBA) ha pubblicato un recente studio in cui si sottolinea come la fine della libera circolazione prevista dopo la Brexit possa mettere a repentaglio il settore architettonico del Regno Unito, pari a circa 4,8 miliardi di Sterline, poiché quasi la metà degli architetti europei ha considerato l’idea di abbandonare il territorio britannico. Tuttavia, sono stati messi in atto alcuni recenti cambiamenti finalizzati a mitigare l’impatto della Brexit, aiutando ad attrarre nuovi e futuri talenti nel settore.

La recente relazione del RIBA ha evidenziato che un architetto su quattro che lavora nel Regno Unito non è cittadino britannico, e di questi, l’80% provengono da Paesi europei. La relazione, inoltre, specifica che quasi la metà dei circa 600 architetti non britannici intervistati prenderebbe in considerazione l’ipotesi di lasciare il Regno Unito a causa della Brexit. Tenendo a mente queste statistiche, non sorprende che il RIBA si preoccupi del fatto che il Regno Unito “si stia isolando e tagliando fuori dal resto del mondo”. Sulla base di queste preoccupazioni, il Governo britannico ha recentemente cercato di mitigare qualsiasi possibile impatto negativo che la Brexit potrebbe avere su questo settore.

Espansione della Categoria Tier 1

Un importante sviluppo annunciato in ambito immigratorio consiste nell’estensione della Categoria di visti Tier 1 (Exceptional Talent) che da ora comprenderà anche gli architetti. Sulla base di tale cambiamento, il primo visto di questo tipo sarà dedicato ad architetti dotati di eccezionale talento e ad esperti riconosciuti a livello internazionale nel campo dell’architettura. Coloro che richiedono il visto conformemente a questa categoria saranno soggetti alla valutazione specialistica da parte del RIBA e coloro che sono ritenuti in grado di soddisfare i criteri richiesti potranno lavorare nel Regno Unito per un massimo di 5 anni e 4 mesi.

Per poter beneficiare di questo visto, il richiedente deve prima presentare una richiesta di approvazione al RIBA, fornendo quanto segue:

  • Prova del talento eccezionale del candidato nel settore dell’architettura;
  • Ciò includerà elementi come il riconoscimento da parte dei media, le recensioni pubblicate sul lavoro del richiedente, i premi che ha vinto e la prova che i suoi lavori siano stati pubblicati od esibiti in mostre o gallerie internazionali;
  • Tre lettere di approvazione da parte di personalità leader nel mondo dell’architettura, che attestano il talento eccezionale dell’individuo;
  • Per quegli individui che non riescono a soddisfare il parametro del talento eccezionale, c’è anche il visto Tier 1 (Exceptional Promise). Questa strada alternativa al visto si rivolge a coloro che essendo più giovani hanno una carriera meno lunga e l’individuo in questione deve dimostrare di avere il potenziale per diventare futuro leader nel suo campo. Pertanto, i richiedenti il visto Exceptional Promise dovranno fornire la prova del significativo impatto che hanno avuto nel settore dell’architettura. Il tipo di prova che può essere fornita include i riconoscimenti conferiti in base al merito e al potenziale piuttosto che premi in denaro come sovvenzioni e borse di studio che vengono generalmente assegnate ad architetti più esperti.

Riconoscimento di architetti europei qualificati nel Regno Unito

Un altro esempio di come il Governo britannico può attirare talenti nel settore dell’architettura del Regno Unito è quello di confermare che il loro riconoscimento verso quegli individui aventi qualifiche di architettura nello SEE verrà mantenuto, fino a quando essi avranno accesso alla professione nel loro rispettivo Paese d’origine. Questo chiarimento consentirà agli architetti qualificati nello SEE la possibilità di continuare a praticare la loro professione nel Regno Unito anche dopo la Brexit e di consentire ai futuri architetti qualificati nello SEE la possibilità di lavorare nel Regno Unito indipendentemente da un futuro no-deal.Se queste dichiarazioni avranno l’effetto desiderato in un Regno Unito post-Brexit è una cosa che nessuno sa, ma è certo invece che questi cambiamenti rappresentano delle piccole vittorie per un settore creativo così importante com’è quello architettonico per il Regno Unito.

 
 

0 Comments

You can be the first one to leave a comment.

 
 

Leave a Comment